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«La semiotica, la scienza generale dei segni, risulta in questo libro come la prospettiva secondo la quale considerare le cose, quelle che ci riguardano inesorabilmente. E le cose stanno così: non ci sono ripari. Siamo globalmente tutti coinvolti e ciò che ci coinvolge, senza possibilità di sottrarsi, di defilarsi, di esonerarsi, è la vita. La comunicazione globale, la globalizzazione, ha mostrato in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue conseguenze questa situazione inconfutabile: il coinvolgimento di tutti nell’intera vita del pianeta. E, un po’ per volta, si comincia a prenderne atto. Anche se, a livello planetario, si è ancora ben lontani dal rendersene conto del tutto, fino a poterne trarre le dovute conseguenze in una nuova progettazione sociale, ben diversa dall’ideologica dominante. Coloro che si sono occupati di segni – di lingue, di linguaggi, di culture, di forme sociali, di ideologie, di rapporti interpersonali, di scritture letterarie –, e non solo coloro che hanno direttamente partecipato alla costituzione e allo sviluppo della semiotica come scienza, hanno contribuito a evidenziare quella ineludibile relazione che Emmanuel Levinas ha indicato come etica: l’inestricabile intrico nella relazione con altri, dunque il coinvolgimento della propria vita in quella altrui, l’inevitabilità del dover rispondere dell’altro e all’altro. In questa situazione “senza ripari”, si tratta effettivamente, come dicono il titolo e il sottotitolo di questo libro, di ripensare e riconsiderare i segni, le differenze, le estraneità...» (Dalla Presentazione di Augusto Ponzio)